Parma Marathon, tutto in un abbraccio

Voglio partire dalla fine. Da quell’immagine, catturata dalla bravissima Francesca Soli che, più di tutte, rappresenta questa nostra Parma Marathon. L’immagine di un abbraccio. Lungo, stretto, sentito. Un abbraccio arrivato al termine di quarantadue kilometri e centonovantacinque metri corsi in tre, dall’inizio alla fine. Come qualche mese fa, come alla Monza-Resegone. In tre, per realizzare il sogno di uno.

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Ve li ricordate Eugenio e Vincenzo? Insieme, in una notte di fine giugno, partimmo da Monza e raggiungemmo una capanna in cima al monte Resegone. Fu un’esperienza unica, un’esperienza dalla quale ho imparato molto. Da quella notte, ogni volta che sono in difficoltà, che mi sembra di dover scalare una montagna troppo grande, che sento di non aver la forza di rialzarmi e ripartire, penso a Enzino. E penso che con forza, volontà, determinazione, e l’aiuto delle persone giuste, tutti siamo in grado di superare qualsiasi ostacolo. Nello sport, ma soprattutto nella vita. Se non avete ancora letto quella storia, vi consiglio di farlo, la trovate qui.

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Quella notte in capanna, io, Eugenio e Vincenzo ci lasciammo con una promessa. La promessa di correre presto un’altra maratona insieme, magari una di quelle “normali”. Una maratona da correre in tre, uno per tutti e tutti per uno. Tutti per Enzino.

L’occasione giusta arriva a Parma. Una bella maratona, godibile, con pochissimo dislivello, organizzata splendidamente da Paolo Peschiera e tutto il gruppo di Parma Marathon. Enzino vorrebbe migliorare il suo personale, fermo a tre ore e trentasei minuti. Ma soprattutto, il suo sogno sarebbe quello di scendere sotto le tre ore e mezza. Ci proviamo!

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Nei giorni che precedono la gara, con Eugenio, mettiamo a punto la strategia. Lui, ve lo ricordate, è un toro, piglia e corre. Senza calcoli, senza fronzoli. Vorrebbe partire a un ritmo che però, secondo me, Vincenzo non sarebbe in grado di tenere fino alla fine. Lo convinco ad essere più prudenti. L’obiettivo è importante, ambizioso. Vincenzo non ha lunghi nelle gambe, solo uno fatto pochi giorni prima. E ci dobbiamo provare per bene.

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Il sabato arrivo a Parma dopo la “due giorni” milanese e la splendida giornata di giovedì, trascorsa insieme a Polar, agli altri ambassador e a Giorgio Calcaterra per la presentazione ufficiale dei nuovissimi Polar Vantage. Domani sarà per me la prima occasione di testare sulla maratona, in anteprima, il Polar Vantage V. Un prodotto davvero professionale e innovativo, pensato per gli sportivi, che mi accompagnerà per parecchi kilometri.

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La sera, a cena, buon cibo, sorrisi e chiacchiere con Luca, Marco, Liliana e Amedeo. Sempre bellissimo ritrovarsi, e trascorrere del tempo insieme, in questo nostro, itinerante, “marathon tour”!

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Il giorno della gara Eugenio e Vincenzo arrivano, da Milano, di prima mattina. Ci vediamo al Parco della Cittadella, zona di partenza/arrivo. Ci salutiamo con abbracci e sorrisi sinceri, sono dei ragazzi fantastici nella loro genuinità, è emozionante rivederli dopo questi mesi. Stanno bene entrambi, sono carichi e determinati, ma anche allegri e sorridenti. Ci aspetta una gara impegnativa, da correre con attenzione e concentrazione, non vogliamo prenderla sottogamba, ma neanche caricarla di ansia e aspettative. Perché, per noi, sempre di sport e divertimento si tratta.

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Non ci vediamo da quella notte in capanna, eppure è come se in questi mesi fossimo andati a correre insieme tutti i giorni. Ormai ci conosciamo, sappiamo quello che siamo in grado di fare, insieme. Ed è tanta roba.

Entriamo in griglia a pochissimi minuti dallo start, ci sono anche Marco e Uacchino, che rientrano sulla distanza “regina” dopo qualche mese di stop. A loro va il mio grandissimo “in bocca al lupo”! Proviamo a guadagnare posizioni per non partire troppo indietro, e metterci subito al giusto passo. Sentiamo lo sparo. Via, andiamo!

Il percorso parte con un giro nel Parco della Cittadella, poi si va a lambire il centro e ad ammirare le bellezze di Parma. Una città elegantissima, la città del Correggio e Parmigianino, di Bodoni, Toscanini e Verdi, prossima a diventare, nel 2020, la capitale italiana della cultura. Al quarto kilometro passiamo nel cortile del Palazzo della Pilotta, attraversiamo il torrente ed entriamo nel Parco Ducale, dove incontriamo e superiamo Alessandro, anche oggi pacer delle tre ore e quaranta.

All’uscita dal parco, costeggiando il torrente Parma, iniziamo il viaggio che ci porterà a correre tra le verdissime campagne parmensi. Siamo partiti bene, il passo è quello giusto. Senza strappi, senza quei dispendi di energie che potrebbero costare cari a Enzino. Il programma prevede di passare alla mezza in un’ora e quarantacinque, per poi provare ad allungare in leggera progressione, se ne avremo.

Passiamo per i soliti piccoli e sconosciuti paesini, intorno a noi solo verde e pace. Quartiere Bandini, Alberi di Vigatto, Vigatto, Panocchia. Siamo quasi a metà gara, Enzino inizia ad avere fame. “Ho un buco allo stomaco”, dice. Conosco bene il problema, era già successo alla Monza-Resegone. So che, da questo momento in poi, sarà necessario fermarsi a tutti i ristori, e consentirgli di integrare per bene. Il ristoro del ventesimo kilometro è il primo a cui ci fermiamo un po’ di più. Eugenio scalpita, non vuol perdere tempo, ma è necessario.

Passiamo alla mezza. Do un’occhiata al Polar Vantage, che segna un’ora e quarantacinque minuti spaccati. Anche stavolta, guardando l’orologio, ridiamo. I ragazzi mi chiamano “il metronomo”. Fin qui il piano è rispettato, con il sorriso e senza nessuna fatica. Poco dopo la mezza incrociamo Lisa, che sta facendo una bellissima gara, e corriamo qualche kilometro con lei. Accenniamo una progressione, passando per Mamiano e raggiungendo, al trentesimo kilometro, il centro di Basilicanova.

Stiamo andando alla grande, l’intertempo segna due ore e ventotto minuti. In proiezione siamo sotto le tre ore e mezza. Apparentemente stiamo bene, incrociamo anche Marco, che ci fa i complimenti. Apparentemente, dicevo. Perché purtroppo, questo è il momento di svolta, in negativo, della nostra gara.

Enzino si ferma al ristoro, ha ancora bisogno di mangiare. Si attarda molto. D’improvviso sembra teso, affaticato, sofferente. Eugenio va avanti, ha bisogno di muoversi, non può star fermo a lungo. Urlo, lo chiamo, dobbiamo stare vicini a Enzino, ripartire compatti. So che ora inizierà un’altra gara, completamente diversa da quella che abbiamo corso finora. Saranno dodici kilometri da correre con il cuore. Da correre vicino a Enzino. Tirandolo, spronandolo a tenere duro, a non fermarsi, a metterci tutto quello che resta. Magari non raggiungeremo il suo obiettivo più grande, ma almeno sapremo di averci provato, per davvero, fino in fondo.

Ripartiamo con questa convinzione, Enzino sembra tenere. Dal trentesimo al trentacinquesimo abbiamo un buon passo, sotto i cinque minuti a kilometro. Io ed Eugenio siamo due tamburi, è uno sprono continuo, alimentiamo la corsa di Enzino con i nostri incitamenti. Il suo sogno sembra ancora vivo. Lisa e Marco corrono qualche decina di metri davanti a noi, li vediamo e proviamo a tenerli come riferimento. Poi al ristoro, purtroppo, Enzino è costretto a fermarsi di nuovo.

Da lì, da Porporano, ripartiamo alla volta di Parma con la consapevolezza che il sogno di Enzino, il suo desiderio di arrivare in fondo sotto le tre ore e mezza è, almeno per oggi, sfumato. Ma che questa sua maratona avrà, succeda quel che succeda, il finale che merita. A costo di caricarcelo in spalla, Enzino avrà il suo arrivo felice e, anche se di un solo secondo, migliorerà il suo personale.

Gli ultimi sette kilometri sono tostissimi. Enzino soffre tanto, il corpo è stanco e la testa è andata. Io ed Eugenio lo teniamo su e lo aiutiamo ad “ingannare la mente”, ma è cotto. “Ragazzi, non sento più la gamba destra”, ci fa. “Dai Enzino, tranquillo, dopo l’arrivo te la facciamo nuova!”. Lui è bravissimo, perché se è vero che ha rallentato il passo, è anche vero che non molla un metro, non si ferma mai, resiste alla fortissima tentazione di camminare.

Ci siamo, vediamo il “Tunnel of Glory” all’ingresso del Parco della Cittadella, siamo a un passo dall’arrivo. La finish line è lì, davanti a noi. Una lacrima mi solca il viso, per fortuna ho gli occhiali da sole. Ci prendiamo tutti e tre per mano, con la mano libera invito il pubblico, ai lati delle transenne, a farsi sentire. E’ un arrivo da brividi, uno dei più belli che io ricordi. Ci abbracciamo fortissimo.

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Chiedetemi ancora perché corro, la risposta è in quell’abbraccio.

A questo punto, però, vorrete anche sapere in quanto l’abbiamo chiusa. Tre ore, trentacinque minuti, ventidue secondi. Tanto è bastato per regalare a Enzino un nuovo personal best sulla maratona. E presto, prestissimo, io ed Eugenio lo aiuteremo a sfondare il muro delle tre ore e mezza. E’ una promessa.

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Grazie Eugenio, grazie Enzino. Vi devo ringraziare davvero di cuore. Perché questa Parma Marathon, per me, è stata più di tutto. Più di una maratona, più di un personale, più di una medaglia. Lo slogan dell’evento era: “Se non sai come chiamarla, vivila. E’ l’emozione giusta!”. Beh, è vero, difficile darle un nome. Ma io questa emozione l’ho vissuta, insieme a voi, e grazie a voi, dal primo all’ultimo metro. Non servono altre parole. Grazie ragazzi, a presto. Alla prossima finish line!

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Appuntamento per la prossima storia a fine ottobre. Comunque andrà, sarà una storia davvero emozionante. Perché a Venezia incontrerò Giovanni, il mio amico d’infanzia, che correrà la sua prima maratona. E perché avrò l’onore, nonché l’arduo compito di portare, come pacer della VeniceMarathon, i palloncini delle tre ore e mezza. Devo ringraziare Julia Jones per la grande opportunità e responsabilità che mi ha dato. Ed io, nel frattempo, speriamo che me la cavo.

Photo Credits: Francesca Soli (www.francescasoli.com), EnduPix.

Grazie a Polar Italia per il supporto.

Complimenti a Raffaele Stumpo per le sue 100 Maratone/Ultra!

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4 commenti Aggiungi il tuo

  1. ilBeppe ha detto:

    Bellissimo racconto che mi ha emozionato! Grazie di aver partecipato e vissuto questa esperienza da noi!
    Beppe
    Parmarathon ASD

    1. Luigi Villanova ha detto:

      Grazie a voi Beppe! Si vede che la vostra è una maratona organizzata con il cuore!

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